21 Luglio, 1917

Altro giro, altro cambio in Russia

Se foste russi la parola “quiete” non sapreste più neanche come scriverla, cancellata dal vocabolario. Le emergenze si susseguono senza soluzione di continuità. Non è ancora finita la “caccia” alle guardie rosse bolsceviche quando il Premier L’vov si dimette: divergenze su come affrontare la questione agraria. C’è un unico vero leader nel Governo provvisorio: è il socialista trentaseienne Kerenskij, il 21 luglio tocca a lui prendere le redini, mantenendo comunque i ministeri della guerra e della marina. Gli anarchici, gli estremisti, i dissidenti leninisti, sognano non l’ennesimo Governo di coalizione, ma un monocolore socialista; il casino della settimana scorsa era scandito dalle grida di “tutto il potere al Soviet”. Resteranno delusi. Kerenskij non ci pensa nemmeno a una simile soluzione, ritiene più affidabili e meno pericolosi gli esponenti borghesi. Il motivo? Più prosaico che ideologico: il terrore di vedere interrotti gli aiuti economici degli Alleati, ecco perché è un inflessibile sostenitore del proseguire la guerra.
Purtroppo però l’andamento della campagna bellica peggiora di giorno in giorno. Gli austro-tedeschi avanzano a sud del Dnestr e, lungo il Seret, giungono fino alle periferie di Ternopil’.


Dalla Queen's Hall di Londra, il Primo Ministro britannico Lloyd George replica a Michaelis«Il discorso del Cancelliere è un discorso abile, un discorso a doppio senso. Alcune delle sue frasi sono dirette a chi desidera la pace, ma cento altre parlano di garantire la sicurezza delle frontiere tedesche. È il linguaggio di chi attende l’esito della situazione militare. […] Significa consolidamento del militarismo. Quale forma di Governo si darà la Germania riguarda soltanto il popolo tedesco, ma il genere di Governo del quale noi possiamo fidarci riguarda noi. La democrazia è di per sé una garanzia di pace, ma se la Germania non potrà fornircela dovrà sostituirla con altre garanzie».
Nel discorso del Cancelliere Michaelis non c’era nessun accenno all’autodeterminazione dei popoli, tanto cara ai russi, ma la cosa “divertente” è rilevarne l’assenza anche nella risposta britannica.
Sui giornali Sir Edward Carson rincara la dose: «Siamo pronti a trattare la pace anche subito, ma prima i tedeschi devono provarci la loro buona fede, ritirando le truppe al di là del Reno. Quando la Germania avrà manifestato qualcosa di simile al pentimento, allora si potranno intavolare i negoziati». Carson esagera. Va bene il “meglio abbondare”, ma il Reno sembra eccessivo persino a una parte della stampa. Comunque, qualora ci fosse ancora bisogno di ribadirlo, appare ormai chiaro che la pace non si otterrà se non al collasso di uno dei due schieramenti.

Per Berlino è l’ora di fare i conti con un ex-amico: in Germania viene arrestato Józef Piłsudski, politico, militare e soprattutto patriota polacco, convinto indipendentista. Sì, perché la Polonia si agita, soprattutto a sinistra, qualche aspirante emulatore dei russi. Piłsudski è nato nell’Impero zarista e per l’allora San Pietroburgo è sempre stato una spina nel fianco. Espatriato in Austria-Ungheria, ha guidato in guerra le sue legioni polacche contro i russi e si è guadagnato un posto nel Consiglio di Stato a Varsavia. Ma per i tedeschi è diventato un problema: si ostina a rifiutare l’idea di una Polonia fantoccio e incompiuta e, come aggravante, può contare sulla lealtà dei suoi soldati e la solidarietà di molti civili. No, troppo pericoloso, meglio in manette e sotto controllo. Finita la guerra Piłsudski tornerà in Polonia per diventarne uno dei padri.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Il Presidente del Governo provvisorio russo, il Principe L’vov, si dimette. Prende il suo posto Kerenskij, mantenendo la guida anche dei Ministeri di guerra e marina.
  • Lloyd George replica al Cancelliere Michaelis.
  • Arresto e deportazione in Germania del Generale Piłsudski (patriota polacco).

Fronte occidentale

  • Grande battaglia d’artiglieria nelle Fiandre.

Fronte orientale

  • Gli austro-tedeschi proseguono a sud del Dnestr.
  • I russi si ritirano lungo il Seret; gli austro-tedeschi raggiungono la periferia di Ternopil' (Tarnopol).

Operazioni navali

  • H.M.S. “Otway” silurata: 10 perdite.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 784 - 21  LUGLIO 1917 - ORE 18:00

Sulle fronti Tridentina e Carnica attività di nuclei in ricognizione e delle opposte artiglierie. Un nostro riparto di assalto, fugate piccole guardie nemiche in regione Laghi (Posina) ne distrusse le difese asportandone materiali e munizioni. In Vallarsa, a Malga Rudole (torrente Maso) a Forca di Lansa (Carnia) pattuglie nemiche che tentavano raggiungere le nostre posizioni avanzate vennero respinte. Sulla fronte Giulia azioni sparse dell' artiglieria più intense dalla Vertoibizza al mare. Nel cielo di Oppacchiasella un nostro valoroso aviatore assalì una squadriglia di cinque velivoli nemici e ne abbattè due, uno dei quali cadde in fiamme entro le nostre linee.

Generale CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori