23 Luglio, 1917

Il primo passo verso la dittatura

Il proliferare di appelli è di rado un buon segno. Dopo quello alle truppe, Pietrogrado ne rivolge uno al popolo: «Cittadini, un’ora terribile è suonata. Gli eserciti tedeschi hanno rotto il fronte dell’esercito nazionale rivoluzionario. L’operazione fu facilitata dalla criminosa leggerezza, dal cieco fanatismo e dal tradimento di alcune persone. […] In questo momento terribile, le forze nascoste della controrivoluzione potrebbero approfittare del disordine generale, ma il Governo ricostituito ha fiducia in tutto il grande popolo russo e nel rapido risanamento del Paese. […] Il Governo è pronto ad agire con tutta l’energia e la risolutezza necessarie. Il primo problema capitale è nell’applicazione di tutte le forze nella lotta contro il nemico esterno e contro tutti gli attentati anarchici e controrivoluzionari».
Di interesse ben più rilevante è la mozione approvata dai Comitati dei delegati di operai, soldati e contadini il 23 luglio: «La situazione al fronte e quella interna al Paese minaccino la sconfitta militare, la catastrofe della rivoluzione e il trionfo delle forze controrivoluzionarie. Decidiamo quindi che il Governo provvisorio sia

proclamato "Governo di salvezza della rivoluzione" e gli vengano accordati poteri illimitati per ristabilire l’organizzazione e la disciplina dell’esercito, per la lotta a oltranza verso la controrivoluzione e l’anarchia e per l’attuazione di tutto il programma di riforme democratiche e sociali».
Il Soviet di Pietrogrado la chiama “dittatura rivoluzionaria” e ne invoca la mano ferma. La mozione passa all’unanimità meno i massimalisti, astenuti. Piccolo spoiler: quella di Kerenskij è destinata a durar poco, ma la dittatura in Russia finirà con l’avere vita lunga.

Il numero davvero importante è 240: sono i chilometri interessati dalla precipitosa ritirata russa. Con le armate in rotta, Stanislau viene evacuata; gli austro-tedeschi conquistano Ternopil’ e Halyč. Persino le operazioni tra Kreva, Smarhoń e Dvinsk, nelle regioni settentrionali, sono già un ricordo. Il diversivo è durato appena un giorno, poi i soldati hanno deciso di ripiegare. Si combatte sul serio in Romania: l’avvio della battaglia di Mărăşti frutta ai russo-rumeni circa 2.000 prigionieri.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Il Governo provvisorio russo, proclamato Governo di salvezza della rivoluzione, dirige un appello al popolo.
  • I consigli dei delegati dei due Soviet di Pietrogrado, degli operai e soldati e dei contadini, approvano una mozione comune: dichiarano la patria e la rivoluzione in pericolo e accordano pieni poteri al Governo per ristabilire l'organizzazione e la disciplina.
  • Il Sottosegretariato generale dell’Ucraina telegrafa a Pietrogrado che la Rada (Parlamento) ucraina si è pronunciata in favore di un Governo forte ed è pronta a dare il suo appoggio nel contrastare la guerra civile.
  • Gran Bretagna: l’emendamento sulla legge della produzione del grano e l’aumento dei salari non viene approvato.

Fronte occidentale

  • Numerosi raid inglesi e canadesi.

Fronte orientale

  • Il diversivo russo a Dvinsk e Smarhoń è seguito da una ritirata spontanea.
  • I russi ripiegano su tutto il fronte della Galizia. I tedeschi occupano Ternopil'.

  • Continua la ritirata indisciplinata dei russi in Galizia su un fronte di 240 km.; cade Halyč, evacuata Stanislau (Ivano-Frankivs'k).
  • Fronte rumeno: successo dei russo-rumeni: catturati 2.000 prigionieri e 57 cannoni.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 786 - 23  LUGLIO 1917 - ORE 18:00

Tra Chiese e Astico la notevole attività dei nuclei esploranti diede luogo a qualche scontro di pattuglie con esito a noi favorevole. Nella Valle dell' Avisio la nostra artiglieria provocò un incendio nella batteria nemica di Monte Camorciao, impedendone poscia con precise raffiche di interdizione, il sollecito spegnimento. In Carnia grosse pattuglie nemiche che erano entrate nel raggio di azione delle nostre mitragliatrici del monte Granuda (Alto Dogna) e di Monte Rombon (Alto Seebah) vennero prontamente fugate. Nuclei di armati e lavoratori presi in pieno dal nostro tiro fra Lusniza e Malborghetto, in Valle Fella, furono dispersi. Su vari tratti della fronte Giulia i tiri dell' artiglieria avversaria provocarono l' energica reazione delle nostre batterie. Nella scorsa notte, malgrado le difficili condizioni atmosferiche e la difesa nemica, nostre aeronavi bombardarono efficacemente le batterie nemiche postate sul Monte Hermada e impianti ferroviari del tronco Opcina-Gabrovizà.

Generale CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori