7 Maggio, 1918

Pace e bugie

Gli Imperi centrali contavano di concludere in tempi molto più stretti, ma alla fine, dopo un paio di mesi dall’accordo preliminare, la Romania cede e la mattina del 7 maggio sigla la pace con Germania, Austria-Ungheria, Impero ottomano e Bulgaria. L’incontro si tiene nel palazzo reale di Cotroceni a Bucarest, nella stessa sala dove era stata decisa l’entrata in guerra rumena al fianco degli Alleati.
Le condizioni imposte sono quelle tanto temute. Si inizia parlando di vivere in pace e in amicizia, eppure la Dobrugia sarà bulgara e il confine con l’Ungheria modificato a favore di Budapest. Fosse finita qui ai rumeni andrebbe di lusso, ma abbiamo solo grattato la superfice dell’accordo. Bucarest accetta l’immediata smobilitazione del suo esercito e il mantenimento, a sue spese, della forza di occupazione nemica; i contraenti rinunciano a indennità reciproche, ma saranno chiesti risarcimenti; la navigazione sul Danubio sarà libera e il fiume controllato; gli Imperi centrali si assicurano lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi e una ricca fornitura di approvvigionamenti, soprattutto alimentari.

 Unica nota positiva la parificazione dei culti: «La differenza di confessione non deve influire sulla situazione degli abitanti»; tanto per fare un esempio gli ebrei otterranno la cittadinanza e tutti i diritti civili e politici.
Perfetto, ora il trattato dovrà essere ratificato, ma anche questo non sarà così automatico, né immediato.

Se la Romania piange, il Governo inglese non sta molto meglio. A Londra scoppia una bomba da far drizzare i capelli a tutto il Regno: il Generale Frederick Maurice, pezzo grosso dell’establishment militare, accusa il Premier Lloyd George e il Ministro Bonar Law di aver mentito al Parlamento. In una lettera alla stampa spiega come le inesattezze riferite alla Camera fossero fuorvianti e alterassero la percezione della realtà.
Le rivelazioni parlano di forze insufficienti sul fronte occidentale, di aver deluso le richieste del Comando britannico e di aver sminuito l’eccessiva presenza militare nei teatri secondari. «Le dichiarazioni erronee sono conosciute dai soldati e rischiano di indebolire il morale delle truppe e di minarne la fiducia nel Governo».
L’accusa non sollevata, ma direi implicita, è di aver voluto fregare i vertici dell’esercito per coprire i propri errori. Il provvedimento disciplinare per il Generale Maurice è logico, immediato e inevitabile, ma ora il Governo vacilla come mai prima e sulla sua testa pende la spada di Damocle di un’eventuale inchiesta.

Novità importanti arrivano anche dalla Finlandia: Hamina è caduta, le Guardie bianche hanno sconfitto le ultime Guardie rosse e, con l’aiuto tedesco, hanno messo fine alla guerra civile. Il Comandante Mannerheim entra a Helsinki, Berlino si gode la sua forte influenza sul nuovo Stato.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • La pace di Bucarest viene firmata dalla Romania e dalle Potenze centrali.
  • Il Nicaragua dichiara guerra alle Potenze centrali e ai loro alleati.
  • Una lettera del Generale Sir F. Maurice sul Times accusa i Ministri di false dichiarazioni sulla situazione militare.
  • Il Governo svizzero decide di non accogliere più disertori e renitenti e di espellere, nella misura del possibile, tutti quelli che già vi si trovano.

Fronte occidentale

  • La pioggia impedisce tutti gli scontri al fronte, tranne quelli d’artiglieria.

Fronte orientale

  • Hamina (sud della Finlandia) catturata dalle guardie bianche finniche, ultimo atto della guerra civile.

Fronte meridionale

  • I britannici effettuano con successo un raid nelle trincee nemiche vicino al lago di Dojran.

Fronte asiatico ed egiziano

  • I britannici entrano a Kirkuk, sulla strada Baghdad-Mossul. I turchi si ritirano verso il fiume Little Zab.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 7 MAGGIO 1918

Ad ovest di monte Stablel (zona Adamello), nelle vicinanze di Prezzo (Val Chiese) e sul Dosso Casina (pendici settentrionali del monte Altissimo) disperdemmo e fugammo con raffiche di mitragliatrici e fucileria e con lancio di bombe a mano pattuglie avversarie che si avvicinavano ai nostri posti.
L’attività dell’artiglieria nemica, all’infuori di qualche azione di molestia sulle linee e caseggiati di Val Brenta, si limitò a tiri sparsi e saltuari.
Nostre batterie eseguirono concentramenti di fuoco su truppe in marcia a sud di Cismon.
Aviatori britannici abbatterono tre velivoli nella regione di Motta di Livenza e lanciarono bombe sulle retrovie avversarie fra Astico e Brenta.

Firmato: DIAZ

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori