Terrorismo in Russia
Yakov Blumkin ha vent’anni contati male ed è un agente della Čeka, la polizia segreta della rivoluzione. Il ragazzo però è più un socialista rivoluzionario che un bolscevico e il suo partito gli affida una missione delicata: sarà lui a dare il segnale per l’insurrezione di Mosca, assassinando il Conte Mirbach, l’Ambasciatore tedesco. Nel disegno originale ci sarebbe anche il tentativo di riattizzare la guerra tra Russia e Germania.
Il 6 luglio Blumkin e un complice si procurano documenti falsi, entrano nella residenza del diplomatico e lo freddano a rivoltellate. Poi scappano da una finestra.
Blumkin, uccel di bosco, si darà da fare in Ucraina, finché non si costituirà nel 1919, facendosi perdonare dal regime e diventandone un agente segreto.
Mosca non è l’unica preoccupazione di Lenin. A ovest di Irkutsk i cecoslovacchi hanno imposto un’altra lezione ai bolscevichi e sulla costa del Pacifico non va certo meglio.
Ad andare forte sono gli italiani alla foce del Piave. Tra la melma dei canali e degli acquitrini, tra i canneti, i terrapieni e le boscaglie, la lotta è frastagliata, selvaggia, frammentata in piccoli nuclei, contro nidi di mitragliatrici sparsi e nascosti. «È una lotta da cani. Non si combatte, si uccide. […] Per buona fortuna Dio non tiene conto di quanto si commette in tempo di guerra».
Sotto un acquazzone estivo, gli italiani avanzano e ripuliscono dagli austro-ungarici tutta la sponda occidentale del Piave Nuovo. Il “cordone sanitario” attorno a Venezia si allarga, tutta l’area da Grisolera al mare è messa in sicurezza e il principale snodo di rifornimento nemico è sotto scacco.
A Londra viene presentata la proposta di riforma costituzionale per l’India. La firmano il Segretario di Stato Montagu e il Viceré Chelmsford. L’intento è di introdurre gradualmente una forma di autogoverno e istituzioni autonome. È un passo avanti e questo causa due problemi: per i conservatori inglesi è troppo; per gli indiani è troppo poco, i sacrifici fatti in guerra li autorizzano a pretendere concessioni maggiori e più rapide. Tra gli oppositori c’è un leader impareggiabile: Gandhi.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Assassinio del Conte Mirbach, Ambasciatore tedesco a Mosca.
- Pubblicazione del rapporto di Montagu-Chelmsford sulla riforma costituzionale indiana.
Fronte orientale
- I cosacchi combattono i bolscevichi a nord-ovest di Ussurijsk (fra Vladivostok e Chabarovsk); i cecoslovacchi prendono Ussurijsk.
- Un telegramma spedito dal Console britannico a Irkutsk annuncia che i cecoslovacchi hanno sconfitto gravemente le truppe bolsceviche a ovest di Irkutsk, cacciandole verso la regione a est del lago Bajkal.
Fronte italiano
- Gli italiani scacciano gli austro-ungarici e controllano tutto il delta del Piave.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 6 LUGLIO 1918
Sul Basso Piave la nostra pressione continua tenace e serrata. Nella giornata di ieri, infranta nuovamente l’ostinata difesa opposta ad ogni passo dal nemico, guadagnammo ancora terreno, raggiungendo la riva destra del Piave nuovo dall’altezza di Grisolera alla foce. Oltre 400 prigionieri, dei quali 6 ufficiali, caddero nelle nostre mani.
Un forte ritorno offensivo, tentato dall’avversario più a nord nella direzione di Ciesa Nuova, venne arrestato, dopo vivace lotta.
Rinnovati e violenti attacchi, alle nostre posizioni delle porte di Salton (nord-ovest del GRappa) e tentativi di pattuglie d’assalto sul Cornone (Sasso Rosso) fallirono.
L’aviazione nostra fu molto attiva bombardando truppe e centri di vita nemici oltre il Basso Piave. Due velivoli avversari vennero abbattuti.
Firmato: DIAZ
IL COMUNICATO DELLA SERA: Dopo cinque giorni ininterrotti di lotta senza tregua, resa asprissima dall’insidia delle armi e del terreno, l’avversario è stato completamente ricacciato sulla sinistra del Piave Nuovo. La riconquista di tutta la zona litoranea tra Sile e Piave, che il nemico aveva occupata e manteneva con ogni sforzo fin dal novembre, corona brillantemente la vittoria da noi conseguita nella prima grande battaglia della nostra riscossa ed allarga la zona di protezione di Venezia. Complessivamente dal 15 giugno ad oggi vennero fatti prigionieri 523 ufficiali e 23911 uomini di truppa; furono catturati al nemico 63 cannoni, 65 bombarde, 1234 mitragliatrici, 37105 fucili, 49 lanciafiamme, 2 aeroplani intatti, 5 milioni di cartucce da fucile, molte migliaia di proiettili d’ogni specie, grande quantità di attrezzi da zappatore, di materiale telefonico e da ponte e di oggetti di equipaggiamento. Vennero inoltre ricuperate al completo quelle artiglierie e quei materiali e quelle armi che si trovavano nella zona avanzata e che si erano dovuti abbandonare nella prima fase della lotta.
DIAZ.