16 Agosto, 1918

Diciotto o venti?

Restare a contatto con i tedeschi, tenerli impegnati, condurre operazioni di dettaglio. E ovviamente respingere i contrattacchi, come quello del 16 agosto a Damery, a nord-ovest di Roye.
Sono queste le intenzioni Alleate sul fronte occidentale, in una giornata tutto sommato tranquilla.

Ma attraversata la Manica, ad agitare i pensieri di Lloyd George ci sono alcune domande irrisolte: “E se la ritirata tedesca fosse come quella Alleata sulla Marna, o come quella sulla linea Hindenburg, un futuro trampolino di lancio? E se si fosse già tornati all’immutabile guerra di trincea?”
Il Premier britannico la pensa come Wilson, il suo Capo di Stato maggiore: non si fida, vorrebbe eccedere in prudenza. E infatti anche Lloyd George è convinto che la guerra non possa finire prima del 1920, forse 1919.
Se gli inglesi sono pessimisti, i tedeschi lo sono di più e per ora si accontenterebbero di arrivarci al 1919. Il problema per Berlino è uno: hanno ragione loro.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Un convegno jugoslavo si riunisce a Lubiana.
  • Sir Charles Elliot nominato Alto commissario inglese in Siberia.
  • Si annuncia che il Governo giapponese ha deliberato d'inviare truppe in Manciuria.
  • Un comunicato ufficiale del Gran Quartiere generale tedesco annuncia che l’incontro di Guglielmo II e Carlo d’Asburgo ha nuovamente posto in luce l'intimo accordo e la piena armonia riguardo ai compiti militari e politici.
  • Si comunica da Roma che Trumbić, Presidente del Consiglio jugoslavo, è stato ricevuto in udienza particolare dal Re d’Italia in zona di guerra.

Fronte occidentale

  • Continua l’avanzata anglo-francese verso Roye.
  • Respinto un contrattacco tedesco a Damery (nord-ovest di Roye).

Fronte orientale

  • Il Generale Otani (Giappone), Comandante della spedizione Alleata, arriva a Vladivostok.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 16 AGOSTO 1918

Nella giornata di ieri, in regione Tonale, l’avversario tentò forti reazioni locali, contro le nostre posizioni avanzate, e contro quelle da noi recentemente occupate, ma venne respinto col fuoco.
Nella notte sul 15, sul Piave, a sud-ovest delle Grave di Papadopoli, riparti nemici assalirono per 3 volte il presidio dell’isolotto conquistato da noi il giorno precedente, ma furono sempre ributtati con gravi perdite.
Quattro velivoli ed un pallone frenato sonos tati abbattuti in combattimenti aerei.

Firmato: DIAZ

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori